Un mistero chiamato Banksy

Il più grande artista globale del nuovo millennio

A Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dal 30 maggio al 27 settembre, c’è la splendida mostra “Un artista chiamato Banksy”, retrospettiva sul misterioso autore inglese considerato da tempo uno dei maggiori esponenti della Street Art. Un inossidabile caso di popolarità per un artista vivente che dai tempi di Andy Warhol esprime la propria arte con la migliore evoluzione della Pop Art originaria. 

Nessuno ha mai visto il creatore di Bristol, nato intorno al 1974, nessuno ne conosce il volto, ma qui a Ferrara sono le sue opere a parlare. Più di cento opere evocative e potenti che si esprimono in varie forme. Dai dipinti alle serigrafie, dagli stencil a oggetti e ricordi il percorso espositivo si snoda sempre più interessante attraverso i corridoi dello splendido palazzo ferrarese.

E riempie il cuore tornare finalmente a visitare una mostra dopo un periodo così buio per l’emergenza sanitaria, che condiziona solo in parte la visita grazie all’impeccabile organizzazione degli spazi e la contingentazione del pubblico visitante. 

Vedi in copertina “La ragazza con palloncino”

 

Cosa c’è da vedere?

Ci sono i dipinti a mano libera della primissima fase della sua carriera e numerosi stencil. Ci sono le serigrafie che l’artista britannico ritiene fondamentali per diffondere i suoi messaggi. Ci sono oggetti d’arte “installativa” e altre opere

provenienti dalla magica Dismaland, tra cui la scultura Mickey Snake che ritrae Topolino inghiottito da un pitone.

 

Bellissime le oltre 30 serigrafie selezionate tra le 46 che Banksy crea nel periodo 2002-2009. Serigrafie originali che riproducono alcune tra le sue più famose immagini, veri e propri affreschi popolari spesso presenti all’aperto. Tra i titoli più conosciuti, le ineguagliabili icone: Girl with baloon, Harry Choppers, Flying Copper, Rude policeman, Love is In The Air, Pulp Fiction.

“Il poliziotto rude” Siete una minaccia di livello accettabile. Se non lo foste, lo sapreste. (Banksy)

Seguendo gli insegnamenti di Andy Warhol, Banksy preferisce l’ideazione di immagini orizzontali e non di pezzi unici, creando un connubio inimitabile tra le radici del pop, la cultura hip pop, il graffitismo anni Ottanta e il nostro tempo di era digitale.

Completano la rassegna numerosi poster da collezione, due provocatori esemplari delle banconote Banksy of England (unica opera acquisita da un museo pubblico – British Museum), qualche t-shirt e alcuni progetti di copertine per vinili.

Immaginario semplice, ma non elementare

Il percorso di approfondimento è notevole e attrezzato con accurate schede testuali che aiutano il pubblico a scoprire l’artista nella sua poliedricità. Una selezione di video e vario materiale fotografico sono da supporto alla visita.

“Il lanciatore di fiori” I più grandi crimini del mondo non sono commessi da persone che infrangono le regole ma da persone che seguono le regole. (Banksy)

 

A Ferrara la direzione della mostra d’arte spiega: “Quello di Banksy è un immaginario semplice, ma non elementare con messaggi che esaminano i temi del capitalismo, della guerra, del controllo sociale, della libertà in senso esteso e dentro i paradossi del nostro tempo. Per la prima volta una mostra esamina le immagini di Banksy all’interno di un quadro semantico che ne veicoli origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi e piani di pertinenza”.

Gli organizzatori tengono anche a specificare: “L’artista conosciuto come Banksy non è in alcun modo coinvolto in questa mostra. Il materiale per questa esposizione proviene interamente da collezioni private. Per quanto riguarda l’artista, il suo ufficio è stato informato”.

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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