Rampini, verità dirompenti al FDB

Buonasera. È una serata per me molto emozionante, perché è la prima volta che partecipo a questo appuntamento magnifico con il Festival della Bellezza e in questo luogo magico che siete molto fortunati ad avere nella vostra città. Il teatro romano di Verona. Però è anche una serata per tutti noi di tensione, di angoscia.

Questa mattina il presidente della Russia Vladimir Putin ha annunciato il richiamo dei riservisti. Ha annunciato che tutti i maschi in età di combattimento devono rimanere sul territorio della Russia. E ha annunciato, in modo velato ma anche abbastanza chiaro, che non esclude l’uso dell’arma nucleare. E sono parole gravissime che comprensibilmente ci angosciano, ci spaventano, ci fanno ripiombare dentro questo clima di guerra che in realtà dura da sette mesi, ma stavamo cominciando un po’ a dimenticarlo.
No, la guerra continua: così ha deciso lui, perché lui può deciderlo. Ho parlato di angoscia, spavento, paura, anche terrore. Sono tutti sentimenti legittimi da parte nostra, anche se non siamo in prima linea, però è una guerra nel cuore dell’Europa, è una guerra già atroce abbastanza per questi sette mesi, chissà cos’altro vedremo.

Chissà cos’altro, vedremo. quello che è meno comprensibile, che meno giustificabile è il nostro stupore. Perché, per la verità, quando Putin ha fatto questi annunci c’è stata anche una certa sorpresa qua in Occidente. E parlo anche a livello di classi, dirigenti, capi di Stato e di governo in Europa. Negli Stati Uniti.

Forse avevamo anche interpretato male quello che è accaduto al recente summit di Samarcanda, in Uzbekistan, dove Putin si era ritrovato in un consesso amico con dei Paesi che lo sostengono fortemente, come la Cina o altri paesi importanti: giganti che, pur non sostenendo l’aggressione all’Ucraina, tuttavia stanno commerciando con la Russia e quindi forniscono risorse economiche.

Il presidente cinese ha fatto capire un certo malumore per come sta procedendo alla guerra in Ucraina. Il premier indiano è stato anche più esplicito nel dire a Putin che è ora di finirla. Ci siamo illusi che questo bastasse a indebolirlo, a fargli cambiare parere, ad avviarlo verso una sorta di ritirata.

Ma perché sto parlando di tutte queste cose? Prima di tutto perché è attualità drammatica, che può cambiare il corso della storia e può avere delle conseguenze pesanti sulla nostra vita quotidiana, ma anche perché questo fa parte di una storia più ampia. Il fatto che noi, oltre a essere giustamente spaventati dalle parole di Putin, siamo sorpresi perché siamo arrivati impreparati a questo appuntamento. 

Siamo arrivati impreparati perché siamo reduci da un letargo. Per molti anni ormai noi occidentali ci siamo raccontati un’altra storia che non ha niente a che vedere con questa che sta accadendo. Ci siamo trastullati in una ricostruzione della storia in cui l’impero del male siamo noi e soltanto noi. Guardate quello che ci stiamo raccontando nelle grandi università occidentali, nei luoghi della cultura. Entrate in una libreria, guardate i titoli dell’attualità, i saggi venduti in questo periodo.

Guardate il cinema di Hollywood. Che rappresentazione viene data di questo mondo in cui viviamo? È una rappresentazione in cui l’Occidente è la causa di tutto. È tutto sempre colpa nostra. La storia della civiltà occidentale viene ridotta a un romanzo criminale. Siamo noi e soltanto noi, la razza bianca, l’uomo bianco, ad avere colonizzato, conquistato, soggiogato, oppresso, sfruttato altri popoli, tutti buoni e innocenti.

Questo tipo di ricostruzione della Storia, che è una favola manichea dove c’ è il bene da una parte e il male dall’altra e dall’altra il male siamo noi, sta indottrinando generazioni di giovani occidentali che sono cresciute e convinte che sia così. E questa è anche la causa di una ibernazione geopolitica in Europa.

In modo particolare, ci siamo illusi che l’Europa potesse diventare, nella migliore delle ipotesi, una superpotenza erbivora. Un gigante buono che riesce finalmente a farsi rispettare solo in virtù di qualità civili, per la sua economia, la sua scienza, la cultura, il suo sistema scolastico, il suo welfare, il suo sistema di diritti.

E quindi pensavamo di irradiare influenza positiva. Grazie a questa superpotenza erbivora, abbiamo cancellato il tema della guerra dal nostro orizzonte storico. Abbiamo pensato che non ci fosse bisogno di investire nella nostra sicurezza e soprattutto abbiamo pensato che non ci fossero pericoli intorno a noi, visto che la storia è una storia di imperialismo bianco. 

Che le uniche guerre che ci fanno scendere in piazza sono quelle che fa l’America. Visto che il male siamo noi che bisogno c’era di prepararsi a fronteggiare delle emergenze come questa. Abbiamo chiuso gli occhi, abbiamo chiuso gli occhi davanti alle carte geografiche. Non siamo più capaci di leggere un atlante.

Guardate con attenzione una carta della Russia. Rappresenta un impero coloniale e lo è tuttora. Non è storia è il presente. La Russia, per la parte asiatica o per la parte intorno al Caucaso, è fatta di popoli conquistati, soggiogati e sottomessi e non appartengono alla storia, alla civiltà della Russia bianca.

Guardate la Cina e anche l’India. Ma è la Cina che in questo momento è l’alleata di ferro di Putin. La Cina che si presenta come la paladina dei popoli del terzo mondo, dei Paesi Emergenti. Colei che difende gli interessi del sud del pianeta, colei che ha un DNA antimperialista. La Cina è un impero coloniale.

Osservate una carta geografica della Cina. Un terzo del suo territorio sono colonie… oggi, tuttora nel ventunesimo secolo. Colonie il Tibet, lo Xinjiang popolato dagli Uiguri che hanno facce mediorientali e parlano una lingua che è un dialetto turco e sono islamici, la Mongolia interiore con i discendenti di Gengis Khan. Sono tre civiltà ben distinte Tibet, Xinjiang, Mongolia. Ben distinte, diverse etnicamente, culturalmente, linguisticamente, religiosamente dalla Cina, sono colonie. Ma tutto questo non viene insegnato nelle nostre università, dove l’unico imperialismo del quale bisogna approfondire tutti i danni, tutti gli abominevoli peccati, è il nostro.

Guardate, è accaduto perfino ai margini dei funerali della regina Elisabetta. Non so se è capitato anche a voi, ma io che sono un lettore attento della stampa americana, ho notato quante voci si sono levate nel mondo che si autodefinisce progressista. È un’etichetta che io maneggio con una certa cura, perché troppi impostori se la mettono nel mondo degli opinionisti progressisti.

Quante voci in America in questi giorni. prima durante e dopo i funerali della regina Elisabetta, hanno criticato il fatto che quello sia stato una specie di ultimo omaggio al ricordo di un grande impero: l’Impero Britannico che, per l’appunto, ha soppresso il mondo intero, ha derubato, ha rapinato interi popoli, grandissimi popoli. Ma vedete l’impero britannico è l’ultimo impero che ha avuto il coraggio di chiamarsi per nome, di definirsi impero, cosa che la Cina e la Russia si guardano bene dal fare. Ed è diventato pressoché un tabù. Come uno dei temi trattati quest’anno dal Festival della Bellezza. È diventato un tabù osservare che l’imperialismo bianco degli inglesi ha anche fatto qualcosa di buono.

Eppure, realtà storiche di paesi giganteschi come l’india hanno deciso di conservare le migliori eredità dell’epoca coloniale. La lingua inglese è di fatto l’unica, vera lingua nazionale della Repubblica federale indiana. Per le istituzioni l’india ha mutuato dai suoi colonizzatori il parlamentarismo di Westminster, la magistratura indipendente di stile britannico. 

E poi tante e tante altre cose: il sistema scolastico universitario, i fantastici politecnici indiani, eccetera. Ma pensiamo anche di fare un bilancio accurato, oggettivo, freddo e lucido di quello che è stato l’imperialismo bianco. Pensiamo al fatto che ovunque gli inglesi hanno oppresso dei popoli colonizzati; tuttavia, hanno anche instillato il germe di una nuova cultura dei diritti: lo stato di diritto. In modo particolare i diritti della donna in nessuna delle civiltà che gli inglesi hanno colonizzato, schiacciato, derubato, preso, in nessuna le donne avevano condizioni migliori della donna inglese, perfino all’ epoca della regina Vittoria, un’epoca, particolarmente conservatrice dal punto di vista dei costumi. Né nel mondo musulmano, né in quello induista, né in quello buddista, né in quello animista. Le donne avevano i diritti che si erano già conquistate in Inghilterra e in qualche modo il modello inglese ha disseminato delle idee nuove perché è diventato tabù parlare in modo oggettivo di quello che è l’Occidente, di quello che l’Occidente è stato.

Ma io ve lo dico con degli aneddoti di vita vissuta, vivi. Ve lo racconto perché ciò che noi siamo è diventato un tabù. Ve lo racconto sulla base della mia vita quotidiana negli Stati Uniti, considerati la nazione guida dell’occidente, o sulla base della vita e dell’esperienza professionale di lavoro di mia moglie Stefania, che stasera è qui con noi e che tra l’altro è una un’amante di Verona dove ha tante amicizie.

Qui a Verona mia moglie fa l’insegnante e abbiamo anche una figlia che è professoressa universitaria. Il mondo della scuola e dell’insegnamento lo abbiamo vissuto da ventidue anni in America e l’abbiamo visto anche cambiare e vi voglio dare degli esempi molto concreti di vita, di vita vissuta, di come l’Occidente perfino nella sua Nazione Guida è in questo momento in preda a un’opera di auto demolizione, autodistruzione, autoflagellazione.

Allora parto da una giornata particolare, come negli Stati Uniti. Il Columbus Day è una festa, la festa di Cristoforo Colombo, che fu istituita nel millenovecento trentaquattro dal più progressista. E qui il termine lo uso in senso pieno e legittimo, il più progressista di tutti i presidenti americani Franklin Roosevelt, il presidente che ha combattuto la Grande Depressione degli anni Trenta e poi ha guidato la lotta contro il nazifascismo.

Franklin Roosevelt nel Trentaquattro decise di istituire il Columbus Day per consacrare l’avvenuta integrazione della comunità italoamericana nella società degli Stati Uniti e dare agli italiani agli italo-americani una giornata dell’orgoglio oggi. Columbus Day è il giorno in cui noi italo-americani dobbiamo vergognarci di esistere perché siamo discendenti di un mostro, quel Cristoforo Colombo che viene ormai equiparato ad Adolf Hitler in molte città d’America.

Del resto, in molti stati, visto il federalismo che ci distingue, questa festività è già stata abolita o riconvertita in un’altra che si chiama il giorno dell’orgoglio indigeno, laddove viene ancora celebrata, come per esempio a New York, è la città dove abitiamo noi adesso è il momento in cui le statue di Cristoforo Colombo, se rimangono ancora se non se non sono state distrutte o o rimosse, vengono imbrattate con la vernice spray.

Io provo a raccontarvi come la vicenda di Cristoforo Colombo viene narrata ai ragazzi, nelle scuole, in America oggi, perché questo è il politicamente corretto che sta creando un nuovo conformismo a partire dall’istituzione scolastica che è quella che forma le nuove generazioni. Una, una maestra di di quinta elementare o di prima seconda media, ne approfitterà del Columbus Day per tenere una lezione di storia barra educazione civica in cui seleziona gli studenti per gruppi etnici.

Le scuole sono quasi sempre ormai molto molto diversificate dal punto di vista etico e lei, la professoressa, isolerà gli alunni bianchi, spiegando loro che è stata la loro razza, la loro specie, la loro civiltà, a distruggere. a sterminare le popolazioni indigene. Una civiltà che porterà per sempre la macchia di questo orrore, di questo genocidio, di questo olocausto.

Gli altri, nella stessa classe saranno magari ragazzini, i figli di immigrati messicani e loro invece vengono indicati come le vittime che meritano risarcimenti per tutto ciò che hanno sofferto i loro antenati. Magari ci sono sicuramente dei bambini neri, dei black, degli afroamericani in questa classe.

Loro, a maggior ragione rappresentano le vittime dell’uomo bianco. Perché non solo per il razzismo di oggi, che è una tara genetica solo e soltanto dell’uomo bianco, ma anche per lo schiavismo, perché i loro antenati saranno arrivati in America incatenati nella tratta di carne umana. E anche questa è una tara, un orrore osceno, orrendo della razza bianca.

E magari ci sono anche dei bambini che sono arrivati, i figli di immigrati dal Medio Oriente. Anche loro fanno parte di tutti questi popoli l’umanità intera, oppressa vittimizzazione da quello che è il male per definizione l’impero del male siamo noi. Vedete, questo è un modo di indottrinare le giovani generazioni che presto arriverà anche qui.

Non vi fate illusioni che le mode americane arrivano sempre in Europa? Prima, prima o poi è che non ha naturalmente niente a che vedere con la storia reale. La storia della conquista delle Americhe è interessantissima e varrebbe la pena di essere insegnata perché è piena di stimoli per le menti dei giovani.

Pensate al fatto che beh, Cristoforo Colombo fu una figura importante nella storia della navigazione, di poca importanza per il destino vero dei popoli americani. Fu brevemente governatore di Un’isola l’isola di spagnola, quella che oggi è divisa tra Repubblica Dominicana e Haiti. Per pochissimo tempo fu un pessimo governatore feroce.

Per questo fu feroce anche con i suoi sudditi spagnoli, non soltanto con gli indigeni fu quasi subito cacciato, denunciato, processato e condannato al carcere. Scontò carcere Cristoforo Colombo. Ma insomma, la sua è una è una storia piccola, tra l’altro di un uomo che credeva ha creduto fino alla fine fino alla morte, di essere sbarcato in India, non di aver scoperto un nuovo mondo.

Poi arrivarono i veri conquistatori, che erano dei militari spagnoli portoghesi. Quelli si combattevano e con le armi hanno ucciso anche tanti nativi, tanti indigeni. Ma il genocidio degli indigeni che è reale, che sono praticamente scomparsi dalle Americhe, è avvenuto per altre cause. L’aspetto militare è stato marginale.

Il vero sterminio è stato il la conseguenza di una guerra batteriologica non dichiarata involontaria, inconsapevole. Noi europei eravamo portatori di germi contro i quali loro non avevano difese. Malattie che non esistevano sul continente delle Americhe. Loro non avevano nessuna immunità naturale. E quindi è il morbillo l’arma fatale, il vaiolo l’arma fatale che li ha fatti fuori. 

E questo non è Federico Rampini che lo dice. Naturalmente io attingo, nella mia passione per lo studio della storia, ai più grandi esperti di queste vicende come Jared Diamond.

Ma insomma esiste ormai una letteratura storiografica sterminata su com’è andata davvero. La storia della conquista delle Americhe è interessante per dei giovani di oggi. Pensate mentre stiamo ancora faticosamente uscendo da una pandemia, studiare il ruolo che hanno avuto le pandemie nelle alterne vicende delle civiltà antiche.

un ruolo importantissimo. Si sono sterminate delle civiltà più con i germi che non con le armi. Ma tutto questo non interessa. Oggi non si può insegnare. Questo è un tabù raccontare la storia vera. Perché raccontare la storia vera vorrebbe dire anche ricordare che lo schiavismo non lo abbiamo inventato noi.

Lo schiavismo esisteva nelle Americhe molto prima di Cristoforo Colombo. Lo praticavano gli Aztechi. Mai agli Inca lo schiavismo è esistito sotto tutte le latitudini, in tutte le civiltà umane. Nell’antica Roma. Ovviamente questo lo abbiamo studiato nell’antica Persia è un orrore. È una delle piaghe più orrende della civiltà umana.

Questo quindi non il fatto che il così fan tutti non è un’attenuante. È una cosa orribile lo schiavismo, ma non è una tara specifica dell’uomo bianco, come si insegna oggi nelle migliori scuole e università americane dove è tabù. È un tabù totale ricordare che sullo schiavismo campavano gli imperi africani.

L’ impero del Benin, una delle più grandi superpotenze nell’africa antica, era fondato sullo schiavismo e i più grandi profittatori della storia della tratta di carne umana sull’atlantico erano gli arabi. Ma non esiste nessun processo auto processo in questo momento nel mondo islamico. Nessuna corrente culturale dell’Islam che in questo momento si auto flagelli come facciamo noi, dicendo che è colpa nostra, è solo colpa nostra.

Vedete tutto questo vi può sembrare una storia, un po’ troppo americana, un po’ troppo locale però. Guardate che dietro questa narrazione si nascondono tanti altri fenomeni che stanno letteralmente sfasciando un modello di società multietnica che funzionava, che era perfino considerata in certi casi un modello, un esempio per gli altri, la società multietnica americana.

Vedete, torno per un attimo alla mia lezione in classe di storia barra educazione civica e provate a immaginare che quando la professoressa ha isolato il gruppo degli alunni bianchi, quelli che devono pentirsi, espiare le colpe della propria razza perché sono i portatori del razzismo. Pensate se tra questi c’ è una bambina i cui bisnonni erano italiani.

Arrivarono in America viaggiando in terza classe su un bastimento, vennero messi in quarantena. Sull’ isola Ellis Island a New York, come si usava per i controlli sanitari sugli immigrati. Viaggiavano con le valigie di cartone. Erano poveri poverissimi, sia che venissero dalla Sicilia, sia che venissero dal Veneto, erano discriminati e sfruttati.

Non erano i proprietari di schiavi, non erano latifondisti con piantagioni di tabacco o di cotone. Nel Mississippi, Louisiana, lavoravano come operai. E a quei tempi vedete una delle prime regole di vita per i nostri immigrati in America era proibire ai figli di parlare italiano a casa. Perché? Perché bisognerà integrarsi subito, Perché il modello americano era questo.

Era una società dura, una società anche spietata. però è piena di opportunità per quello in tanti, tanti, fin dall’ Ottocento emigrarono. Le opportunità avevano una condizione se hai voglia di lavorare, se hai talento puoi farcela. Puoi realizzare il tuo sogno americano, ma devi rispettare le regole del paese e devi adeguarti a un modello di valori, di costumi.

Così fecero i nostri dall’Ottocento fino a poco tempo fa questa era l’integrazione nella società multietnica americana. Io ancora un ricordo del mio, del nostro primo arrivo, quando andammo ad abitare negli Stati Uniti ventidue anni fa, nell’estate del Duemila a San Francisco, la prima sera del nostro arrivo, io con mia moglie e due figli ancora piccoli, un barboncino.

e per un errore scattò una sirena d’allarme nell’appartamento che avevamo affittato e arrivò subito una volante della polizia. E quella scena ci è rimasta impressa nella memoria perché eravamo freschi. Era l’inizio della nostra vita da residenti permanenti negli Stati Uniti. E quindi fu una specie di simbolo, perché da quella volante della polizia uscire una pattuglia composta di tre poliziotti, uno aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, era chiaramente discendente di immigrati irlandesi.

Il secondo era un messicano e il terzo un cinese. Una fotografia perfetta della società multietnica, in particolare di una società, di una C di una città come San Francisco Mall, dove gli immigrati sono addirittura ormai la maggioranza. Quella quell’immagine è rimasta impressa nella nostra memoria anche come una metafora, perché da un lato quella pattuglia di poliziotti multietnica era il simbolo di un’integrazione riuscita, perché è evidente che se la polizia rappresenta tutte le etnie del paese che c’ è un’integrazione poi a un secondo livello un’altra metafora ancora forse perfino più sottile di questa.

Perché il messaggio che tu ricevi tu immigrato se uno dei tuoi, uno del tuo, del tuo gruppo etnico che veste la divisa è un messaggio ricco, interessante. Da un lato ti dice ma non ce l’abbiamo con te per il colore della tua pelle, visto che uno dei tuoi veste la divisa delle forze dell’ordine. Il secondo messaggio però è qui devi rispettare le regole.

La legge degli Stati Uniti va rispettata se vuoi abitare in questo Paese. altrimenti ci sarà anche uno dei tuoi che è pronto a fartela rispettare a disciplinare arti. E questa è stata una delle ricette che hanno funzionato per tanti e tanti anni. Pensate come gli italo-americani hanno sconfitto la mafia in America.

Quanti procuratori antimafia americani portavano cognomi italiani, conoscevano bene da vicino il male che volevano sconfiggere e ce l’hanno fatta. Uno di questi è diventato famoso un certo Rudolph Giuliani. Poi invecchiando si è un po’ incretinito. Mito però quando era giovane e prima di fare il sindaco di New York Rudolph Giuliani era stato un grande procuratore dell’antimafia, amico di Falcone e Borsellino.

Hanno lavorato anche molto insieme su indagini comuni sulle due sponde dell’atlantico, ma tanti dei migliori. poliziotti e magistrati antimafia negli Stati Uniti venivano dal mondo italo-americano. E questa era proprio l’idea di una società dove le minoranze etniche venivano cooptate nella classe dirigente e in questo modo al tempo stesso difendevano gli interessi dei loro, ma li disciplinava.

Hanno anche ed è questo non esiste più. Questa non è l’America di oggi. Purtroppo, l’America di oggi è molto più molto più che dalla mia metafora della pattuglia di polizia multietnica. Viene rappresentata da una leader politica molto famosa, una celebrity, anche lei newyorkese, una giovane donna che è stata eletta deputata al Parlamento di Washington nel collegio elettorale di New York.

Quindi in un certo senso rappresenta anche me. Alexandria Ocasio-Cortez, di origine ispanica, molto giovane, molto brillante, carismatica, bravissima nel maneggiare, manipolare i social media, rappresenta la frangia dell’ala più radicale, più estrema della sinistra del Partito Democratico, ma influente perché là molti media stanno con lei. Nel mondo dell’élite, dell’intellighenzia, degli intellettuali, dello spettacolo, dei media.

È una specie di star. È una divinità Alexandria Ocasio-Cortez ed è la rappresentante della sinistra no border. Niente frontiere. Potete controllare tutto quello che vi dico. Tutto quello che vi dico stasera lo potete controllare. In particolare quando vi parlo di Alexandria Ocasio-Cortez, sul suo sito.

Sulla sua pagina Facebook troverete il fatto che lei vuole promuovere un referendum per abolire la polizia di frontiera. Perché secondo lei le frontiere sono immorali, illegittime? Non abbiamo nessun diritto. Noi bianchi privilegiati, noi che siamo i veri imperialisti, i veri colonialisti, gli unici non abbiamo nessun diritto di escludere i disperati della terra, devono poter entrare a casa nostra, devono poter venire nel nostro paese.

È un loro sacrosanto diritto. Hanno diritto a tutti i risarcimenti per il male che gli abbiamo fatto e non solo questo, ma devono entrare portandosi con sé, tenendosi ben stretti i propri valori, i propri costumi. Non esiste. che dicano ai figli di non parlare la lingua a casa come facevano i nostri immigrati una o due generazioni fa.

Anzi, oggi si è arrivata in America. In tutti gli uffici pubblici è obbligatorio parlare anche lo spagnolo. È un bilinguismo di fatto, che è il messaggio che dice a questi, ai nuovi arrivati tenetevi la vostra cultura, ne avete il diritto, avete solo diritti, non avete doveri in questo Paese è stata ribaltata completamente.

La diciamo la logica della società multietnica americana che era stata un collante. Vedete questa demonizzazione del bianco che è così forte, tanto più quando si va verso quei mondi della cultura radical chic che dominano nella grande stampa New York Times, la CNN, Hollywood e soprattutto i colossi del capitalismo digitale Google, Facebook, Twitter.

Tutto questo produce anche delle vicende ben più tragiche di quella che vi ho raccontato nella lezione di educazione Storia Civica. Vi racconto una storia che mi ha colpito personalmente perché di nuovo c’entrano gli italiani. È accaduto alla fine, dell’anno scorso, nel dicembre del Duemila ventuno, quando un giovane ricercatore venuto da Torino è stato assassinato nel cuore di Manhattan.

Si chiamava Davide Giri e lavorava nell’ambito della ricerca scientifica, lui, una delle migliori università di New York. La Colombia University è quello che è terribile, oltre alla sua morte, è che il maggiore quotidiano cittadino, il New York Times, ha censurato quella tragedia ha deciso di nascondere soprattutto di occultare chi era stato l’assassino.

Perché è una storia che è finita nel dimenticatoio, rapidissimamente. Perché ad uccidere Davide Giri era stato un giovane black, un giovane afroamericano. Se fosse stato il contrario, se nel cuore di Manhattan un giovane nero fosse stato trucidato da un bianco, il New York Times avrebbe sguinzagliato i suoi migliori reporter investigativi per andare a scavare nel passato del bianco.

Scoprire se magari era un razzista, un suprematista, magari un simpatizzante di Donald Trump sarebbe diventata la grande storia del momento. Invece questa non interessava perché la vittima e l’assassino avevano la pelle del colore sbagliato. eh? L’ho denunciato questo episodio vergognoso di autocensura in un articolo sul Corriere della Sera te ne sono interessati molto altri quotidiani nel resto del mondo, per esempio, la stampa tedesca ha ripreso il mio articolo.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung e la Sueddeutsche Zeitung mi hanno chiamato, mi hanno intervistato e poi hanno chiamato la redazione del New York Times per avere spiegazioni di quella incomprensibile censura. Silenzio totale. É dietro l’imbarazzo del New York Times. C’era anche un fatto, uno scheletro nell’armadio un altro tabù.

Un altro tabù. New York Times sostiene il procuratore generale di Manhattan che è un ultrà dell’ultrasinistra, anche lui da da noi molte cariche della magistratura sono elettive. e quindi i magistrati sono apertamente dichiaratamente politici. Procuratore generale di Manhattan appartiene alla stessa corrente di pensiero di Alexandria Ocasio-Cortez, per cui se un delinquente, un criminale anche responsabile di fatti di sangue come il giovane nero che ha assassinato Davide Giri. Giovane nero che era membro di una gang pericolosissima, era membro di una gang che si arricchisce sul narcotraffico, lui stesso era stato più volte arrestato per crimini violenti.

È sempre rilasciato. Perché secondo il procuratore: se la vita, se l’assassino, se il criminale è un ragazzo di colore, evidentemente la vittima di una società che è sistematicamente razzista, che gli ha inflitto tali e tante sofferenze, per cui lui, anche se un assassino, è in realtà lui la vittima.

questa è la e questa è una la politica delle procure ultra-progressiste. Vedete, uno è uno degli elementi di questo suicidio occidentale che è in corso e che porta al all’altro estremo. Perché poi la reazione in certi casi è votare per Donald Trump, che ha i suoi scheletri, nell’armadio i suoi tabù da nascondere.

Vedete questa storia però ha un ha un risvolto interessante, questa della tragedia di Davide Giri e che New York è stato un laboratorio infernale di un esperimento sociologico. Chiamiamolo così, dopo una tragedia di vero razzismo, perché il razzismo esiste ancora, eccome. Sarebbe assurdo negarlo.

sarebbe scandaloso negare il razzismo di certi americani quando George Floyd, un ragazzo, un giovane nero, è stato ucciso, strangolato, torturato da un agente di polizia bianco razzista, poi condannato al carcere in seguito, ma l’America intera, esplosa giustamente in una sacrosanta protesta per quella orribile, orribile fine di George Florida.

Quella protesta, però, è rapidamente degenerata è stata dirottata, sequestrata dalla frangia più radicale, più estremista, Dell’antirazzismo, che si chiama Black Lives Matter, che ha montato una campagna per togliere i fondi alla polizia, ha delegittimato le forze di polizia, come se tutti gli agenti fossero razzisti.

e si è rapidamente scivolati verso una situazione di insicurezza, di ritorno del crimine. Come non c’era. Da decenni New York è tornata ad essere una città più pericolosa, più trenta percento di omicidi nell’ultimo biennio. Anche perché i poliziotti si vedono meno buon poliziotto newyorchese che oggi arresti in flagranza di reato.

Un ragazzo di colore immediatamente ha intorno a sé venti telefonini che riprendono la scena per documentare eventuali abusi. E in queste condizioni la polizia non fa più il suo lavoro. Te ne stanno chiusi in macchina a leggersi il loro di telefonino o chiusi dietro, seduti dietro le scrivanie dei commissariati.

Però è cominciata una reazione contro questo stato di cose e la reazione più interessante è quella che viene proprio dalle minoranze etniche, quelle in nome delle quali si sta perpetuando il suicidio occidentale, il suicidio dei nostri valori. Sì, perché quello che è successo dopo le ondate di saccheggi in nome dell’antirazzismo, quando New York è stata messa a ferro e fuoco, sono venuti giù dal Bronx a svaligiare la Quinta strada di Manhattan.

Erano bande organizzate, le gang con dei SUV neri spaccavano vetrine e portavano via di tutto. Ovviamente i negozi più interessanti per loro si chiamavano Ferragamo, Prada, Gucci, Armani e così via. È questo è stato l’aspetto più visibile del deterioramento della protesta antirazzista. ma li abbiamo visto tutti perché c’ erano ovviamente sulla quinta strada.

A documentare questi saccheggi c’ erano le telecamere di tutte le televisioni del mondo. Quello che non si è visto era molto peggio e accadeva nel Bronx. Accadeva nei quartieri poveri di Harlem, Brooklyn, qui NZT, Thailand, perché lì le gang sono tornate a dominare, a comandare. Hanno occupato loro il territorio abbandonato dalla polizia.

E lì le vittime non sono Gucci, Ferragamo, Armani e Prada, che tutto sommato possono anche assorbire nei loro bilanci ricchi le perdite dei furti. Lì no. Nel Bronx i derubati sono i piccoli commercianti afroamericani di quartiere, i piccoli esercenti black, anche loro saccheggiati, taglie ingaggiati dai capibanda.

dagli spacciatori e sono loro che hanno deciso la svolta. E alla fine, dell’anno scorso abbiamo eletto a New York un sindaco nero, Black Eric Adams, il quale però è stato per Vent’anni un ufficiale del New York Police Department. È un poliziotto, un ex poliziotto che ha promesso di riportare la polizia, la legge e l’ordine per le strade di New York, votato dai suoi, che sono le prime vittime del caos.

Questa è una delle storie, ma ve ne voglio raccontare un’altra un po’ più lieve per capire dove la cultura occidentale che si auto processano, che si auto flagella, che distrugge i propri valori e soprattutto che distrugge la propria autostima, sta corrodendo il nostro tessuto sociale, ma va incontro a delle resistenze reali.

Voglio di nuovo parlare di una storia che ha a che vedere con il mondo della scuola. Questo è un po’ meno tragica e più lieve. Ma è accaduto nella parte più a sinistra dal punto di vista politico o che si considera. Io continuo a usare questo tipo di cautele linguistiche e si autodefinisce progressista nell’Oregon stato della West Coast che si vanta di essere ancora più a sinistra della California quando hanno visto delle indagini scolastiche che dimostrano quello che purtroppo è cosa nota da tempo che nell’apprendimento della matematica e delle scienze.

I bambini, i ragazzini neri sono i peggiori, sono quelli che hanno i risultati meno buoni. gli afroamericani nelle graduatorie scolastiche, quando si fa un’analisi per gruppi etnici, sono quelli che imparano meno bene matematica e scienze l’Oregon per essere all’altezza della fama di sinistra che si attribuisce, ha deciso di abolire gli esami di matematica.

Mi aspettavo qualche pisolino. Non ridete troppo perché la è una storia che parla anche di voi e sapete benissimo perché l’idea che si aiutano i più deboli regalandogli il voto. La promozione non è proprio soltanto dell’Oregon comunque vedete lì vicino, a San Francisco anch’essa città che si vanta di essere molto, molto radicale il provveditorato agli studi, che da noi è una carica elettiva, quindi politica.

ha voluto fare una cosa molto simile, cioè prendere alcuni licei pubblici notoriamente selettivi, che hanno delle barriere di ingresso degli esami di ammissione molto severi e abolire gli esami di ammissione in modo da spalancare lì e avere la massima affluenza possibile di ragazzi afroamericani. E qui è scattata un’altra storia di controreazione del buon senso moderato

si sono mobilitate le mamme tigri cinesi, che a San Francisco è una comunità importantissima. A San Francisco, alla più antica Chinatown degli Stati Uniti, risale la China Town di San Francisco, al milleottocento quarantotto che l’hanno famoso per la scoperta delle pepite d’oro sul fiume. è vicino e il vicino a Sacramento e quindi l’inizio della febbre dell’oro la corsa dell’oro.

Ma non è quella la ragione per la Cei Nathan e che fu anche l’anno in cui cominciò la costruzione della grande ferrovia transcontinentale che univa le due coste. Quindi, da New York a San Francisco la costruirono soprattutto operai cinesi che arrivarono schiavi perché esisteva la schiavitù anche in Cina. Arrivavano in America poveri praticamente quanto i neri. Hanno costruito loro la ferrovia, ne sono morti tanti. Ci sono dei cimiteri per commemorare i cinesi morti costruendo la ferrovia e quindi questa Chinatown rimane tuttora una comunità cinese molto importante.

Ma oggi, grazie anche alle mamme tigri e alla loro cultura confuciana che è fatta di etica del sacrificio etica dello studio, il senso del dovere, disciplina, rispetto dei professori, rispetto delle gerarchie. Insomma, queste si chiamano mamme tigri. Perché fanno un mazzo così ai figli? Perché studino e ci riescano.

E sono i primi della classe e vincono tutte le borse di studio. E in matematica sono i più bravi di tutti. E alla fine, nella piramide sociale etnica della società americana di oggi, l’asiatico medio guadagna più del bianco. Sono la fascia sociale che sta al top, al vertice o alle mamme tigri di Chinatown.

Quando hanno scoperto che il Provveditorato agli Studi voleva abolire la selettività e la meritocrazia all’ingresso dei licei? dei licei di qualità si sono rivoltate e hanno vinto. Hanno organizzato un referendum per cacciare via perché si può per cacciare. Vi hanno decapitato l’intero provveditorato agli studi. Licenziati tutti quanti per ristabilire il principio della meritocrazia.

Ed è un po’ curioso. Ed è un po’ paradossale che certe regole di base, che erano accettate un po’ da tutti nella società americana fino a qualche decennio fa, oggi debbano essere difese. Regole come la selezione, la meritocrazia vinca il migliore. Cerchiamo di aiutare i più disagiati, quelli che vengono dalle famiglie più povere, ma aiutarli facendoli studiare, non regalandogli la promozione, queste, che erano cose di buon senso nell’America di qualche decennio fa, che oggi vengano difese da cinesi di tradizione confuciana.

questo la dice lunga sullo stato della superpotenza occidentale. Io voglio ancora darvi qualche elemento per capire quanti e quali siano i nostri tabù. Né voglio affrontare uno che forse il più in questo momento, il più il più spinoso di tutti, il più scabroso mi avventuroso su un terreno minato il tabù di Greta Van Berg Em, quando dico che parlo di voi vedete voi, voglio prima fare un ancora un riferimento a quella avvertimento che vi avevo lanciato.

Quando parlo dell’America io mi baso sulla mia vita quotidiana, aneddoti, esperienze di vita vissuta in ventidue anni da San Francisco a New York. Ma so che prima o poi le cose succedono anche da voi, perché il centro è l’America la periferia. è l’Europa e le mode dilagano quando parlavo di Alexandria Ocasio-Cortez e della sinistra no border, per cui gli immigrati sono moralmente superiori a noi e quindi hanno come tali solo diritti e nessun dovere, ricordatevi che questo è esattamente lo spirito di Carola Rakete. Carola Rakete, la capitana di Sea Watch, personaggio ammirevole per i gesti di eroismo reale che ha avuto quando ha salvato in mare dei profughi, dei disperati che rischiavano di morire annegati.

Non si discute il suo eroismo, però bisogna anche andarsi a rileggere quando cavolo racket che è tedesca è stata insignita di onorificenze, per esempio dal Parlamento europeo. Bisogna andarsi a rileggere i discorsi che ha fatto perché lei ha detto Io mi vergogno di essere tedesca. Il mio paese, la Germania, mi fa schifo.

Mi fa orrore. È la stessa logica di Alexandria Ocasio-Cortez. Gli altri sono moralmente superiori a noi. Noi non abbiamo nessun valore. La nostra civiltà è un mostro. Vengo a Greta. Tu, Amber? Perché? Il collegamento che ho fatto, il collegamento tra personaggi. Perché? Perché esiste un collegamento culturale.

Greta? Eh? È scusabile. Una diciottenne come siamo stati tutti a diciott’anni Utopista e rivoluzionaria. È la cosa più normale a quella età. Quello che non accetto sono gli adulti che si genuflesso, mettono davanti alla nuova vestale sacra. la sacerdotessa della nuova religione neopagana, che è quella forma di ambientalismo adolescenziale e apocalittico che ci ha fatto fare degli errori.

Guardate che una parte della crisi energetica in cui siamo adesso, che paghiamo con delle bollette assurde che rischiano di mettere in rovina famiglie e imprese. Una parte di questa politica energetica è il frutto di quel letargo, di quella ibernazione culturale geopolitica nei confronti degli imperi ai nostri confini.

Siccome noi eravamo convinti che l’unico impero del male, quello americano, non vedevamo intorno a noi muoversi delle belve carnivore assetate di conquiste degli imperi espansionista. Eppure, siamo circondati dalla Russia. Ma C’ è anche le carte geografiche, ci parlano le carte e poi bisogna saperle leggere, mettendole in controluce con le con le mappe della storia dell’Impero Ottomano che sta risorgendo sotto Erdogan Ciel, Impero persiano che oggi si chiama Iran ed è governato dagli ayatollah, la mira egemoniche nella sua regione.

Ciel Impero cinese, ovviamente, che attraverso le nuove vie della seta espande tentacoli in tutto il mondo. Ma questo noi non lo volevamo vedere. Quindi é quindi la nostra ibernazione geopolitica ha fatto sì che ci siamo consegnati a una folle dipendenza dal gas russo. Questo è un elemento miopia strategica di un continente, a cominciare dalla Germania.

il gas russo a buon mercato è come uno spacciatore che ti ho ti offre le prime dosi di droga a buon mercato. Poi sa che diventerai suo schiavo, ma non c’ è stato solo questo. Ci sono stati anche altri errori, alcuni dei quali sono dei tabù con la T maiuscola. In Italia è impossibile parlare serenamente del nucleare.

Guardate, potete andare a trovare nei miei scritti che a loro volta citano e attingono a documenti di esperti, studi, ricerche. Ne ho scritto per esempio sul sito del Corriere della Sera una rubrica che si chiama Oriente e Occidente. Ho ripreso interi volumi di scienza che erano stati peraltro citati dal settimanale inglese di Economy i morti del nucleare.

tutti. Tutti. Da quando esistono centrali atomiche, inclusi gli incidenti di Chernobyl e Fukushima, sono dello stesso livello della stessa, della stessa media, dei morti dell’energia solare ed eolica. Andate a controllare i dati, se non se non ci credete. Altro tabù creato da un certo una certa corrente di ambientalismo che dice di rispettare la scienza, in realtà è profondamente antiscientifica, profondamente antiscientifico.

Quanti tabù che ci hanno impedito di scavare il nostro gas nell’adriatico in Germania. Uno di questi tabù è interessantissimo. Si era diffusa la leggenda per cui la tecnologia usata per estrarre sceglie il gas, il fracking. provoca devastazioni ambientali e quindi la Germania, in questo momento, sta seduta sui giacimenti di gas suoi, che non sono ricchi quanto quelli olandesi, ma sono comunque sostanziosi.

E non lo estrae perché molti anni fa cominciò una campagna dell’ambientalismo antiscientifico, apocalittico e adolescenziale sul l’impossibilità di estrarre quel gas. Le rinnovabili. A parte che in Italia ci sono sotto l’ombrello di argomentazioni ambientaliste, centinaia e centinaia di progetti per energia solare eolica che vengono bloccati, motivi paesaggistici è questo significa non avere più alternative.

Il gas non è nostro, non lo abbiamo nell’adriatico, ma non lo vogliamo estrarre. è nucleare. Tabù. Anche le rinnovabili possono essere ostacolate con argomenti pseudo ambientalisti. Il giorno in cui circoleremo tutti in auto elettrica, da dove verrà questa elettricità? Come pensiamo di generare la A parte il fatto che l’auto elettrica si sta avviando a essere un monopolio cinese, lo sapete il Le batterie di auto elettriche sono hanno tutte bisogno di litio.

E la Cina si è conquistata un semi-monopolio mondiale del litio. Ma sapete perché? Questo? Perché non che la Cina abbia tante miniere di litio sul suo territorio. In realtà lo va a comprare. Si è comprata interi possedimenti minerari in posti lontanissimi fino all’argentina. e litio ce n’è probabilmente anche vicino a casa nostra.

Comunque ce N’è in Canada ce n’è negli Stati Uniti. Generalmente ci rifiutiamo di andare a estrarlo perché sporca. Vedete, torno a Greta. Il vero problema di Greta. Qual è la demonizzazione dello sviluppo economico? Lo sviluppo economico. Se ascoltate il linguaggio di quel tipo di ambientalismo apocalittico e il demonio il male supremo attraverso lo sviluppo economico viene solo distruzione della natura.

É la natura è la massima divinità del nostro tempo. Vedete, questo è profondamente antiscientifico. Ed è un altro dei tanti tabù, quello contro lo sviluppo economico che sta distruggendo l’idea stessa di Occidente. Noi, in realtà. salveremo il mondo. Semmai vogliamo ritornare ai nostri valori attraverso lo sviluppo economico.

È la nostra unica speranza. Dov’è che è stata inventata l’auto elettrica in California, nello stato piu’ ricco dei cinquanta stati degli Stati Uniti, non è stata inventata né in Nicaragua né in Costa Rica, perché le tecnologie verdi, la speranza di un’economia sostenibile richiedono capitali da investire nella ricerca nell’innovazione scientifica, nello sviluppo, quello di cui siamo capaci noi vedete, insieme concreta mi permetto perché questa sera proprio me la sto prendendo con tutti i tabù possibili e immaginabili.

Mi permetto di lanciare una frecciatina anche nei confronti di Papa Francesco nella sua enciclica molto vicina a Greta Tu Bloomberg, che è Laudato Sì o Mi Signore c’ è un passaggio in te, un paragrafo intero contro i condizionatori d’aria. Beh, i condizionatori d’aria ogni anno salvano milioni di vite umane perché sono l’arma più efficace che conosciamo finora contro la malaria.

Singapore negli anni Cinquanta fu il luogo dove il premio Nobel dell’economia svedese Gunnar Myrdal ambientò il suo il saggio che gli valse il Nobel che si chiamava Asian Drama perché Singapore era un luogo di miseria assoluta e si moriva di malaria. oggi Singapore è una Tecnopoli con livelli di reddito svizzero e livelli di modernità tecnologica californiani.

É una delle ragioni. É l’aria condizionata. Riprendiamoci la cultura dello sviluppo, che è uno dei regali che L’occidente ha dato al mondo intero. Non è vero che abbiamo soltanto saccheggiato quei paesi che hanno imboccato. E in particolare questo riguarda tutta l’asia quasi tutta l’asia la Cina prima fu il Giappone e poi la Corea, poi Hong Kong, i famosi dragoni asiatici.

Quei paesi che si sono lasciati alle spalle un passato di miseria hanno copiato l’occidente, hanno copiato modelli di sviluppo che gli hanno consentito di sconfiggere la fame, la carestia, le malattie che sterminano mazze intere. siamo incapaci ormai di riconoscere ciò che l’occidente ha dato. Vediamo solo ciò che l’occidente ha tolto agli altri e voglio concludere dopo questo lungo elenco dei tabù che dobbiamo affrontare se non vogliamo procedere verso il suicidio della nostra civiltà.

Intanto una piccola parentesi sulle civiltà che si suicidano non saremo l’unica, non saremmo né la prima né l’ultima. È già accaduto nel passato, nella storia. Non è un caso se oggi sia nelle migliori università americane, sia nella scuola che forma i dirigenti del partito comunista cinese. Si studia con grande attenzione la caduta dell’Impero Romano.

è uno dei temi che affascina le due superpotenze che pensano che ci sia sempre tantissimo da imparare dalla caduta dell’Impero Romano. In effetti, i fattori che portarono una delle più grandi civiltà della storia ad autodistruggersi furono tanti, devo dire però, che almeno ha un ha un aspetto della pulsione suicida.

I romani non arrivarono neanche quando ormai le orde dei barbari stavano affluendo verso il centro dell’impero. Non ci fu mai da parte dei romani l’idea di dirgli ai barbari che fossero goti, visigoti, ostrogoti o anni. Non ci fu mai l’idea di dirgli siete migliori di noi. non mettetevi nemmeno a studiare il latino, praticate le vostre lingue e tenetevi le vostre religioni, i vostri dei, perché siete superiori moralmente a noi romani.

No, questo non arrivarono. Infatti, la decadenza e la caduta dell’Impero Romano si prolungò per quattro secoli. Non fu proprio una cosa immediata. E i barbari ammiravano Roma e la studiavano e studiavano il latino. E alla fine finirono per convertirsi alla sua religione, quando la religione dei romani era diventata il cristianesimo.

Ma voglio tornare alla mia conclusione sui tabù da cui ci dobbiamo liberare. Vedete, un aiuto ci viene dalle nostre periferie, dalle periferie dell’occidente è davvero singolare. Io ho scritto un libro intitolato Suicidio occidentale che concludo con le parole di una poetessa iraniana. immigrata negli Stati Uniti, che ha scritto una una guida per tutti quelli come lei, una guida per immigrati, una guida pratica la vita negli Stati Uniti.

Scritta in tono leggero, ironico, piena di poesia, è una poetessa. Si chiama Big winners Gheit America, una guida all’America per un principiante. Ci sono delle pagine meravigliose, struggenti, in cui elenca e descrive una per una tutta le libertà che ha assaporato sbarcando sul suolo degli Stati Uniti. Lei che veniva dall’Iran, a cominciare dalla libertà di togliersi il velo.

Ed è un passaggio che rileggo oggi con particolare emozione quando penso a quello che sta succedendo in queste ore in Iran. tre migliaia di donne si tagliano i capelli in solidarietà con una di loro che è stata uccisa, che era stata arrestata perché non portava il velo correttamente.

Questa poetessa iraniana continua nell’elencare libertà cose che a noi sembrano banali, a lei no. La libertà per una donna di corteggiare un uomo anziché dover accettare la regola per cui deve essere sempre e soltanto il contrario. Ma è interessante vedere l’occidente con gli occhi di chi era stato escluso dai nostri valori.

Io non ho un’idea idilliaca dell’occidente, sono convinto che abbiamo anche disseminato di sofferenze il mondo. Però vedete, C’ è una cosa che mi è rimasta impressa della mia vita americana. É l’inizio della nostra vita americana in uno dei momenti più bui della storia degli Stati Uniti. Quando il presidente George Bush decise di invadere L’Iraq sulla base di menzogne, bugie sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, fu una guerra orribile.

Fu una guerra immorale, illegittima. Ma immediatamente le piazze di tutta l’America si riempirono di proteste. Io all’epoca, noi all’epoca vivevamo a San Francisco. Tutti i giorni la città era invasa da folle oceaniche che manifestavano contro la guerra di Bush contro il loro Presidente, con striscioni che chiedevano l’incriminazione di Bush come responsabile di crimini contro l’umanità.

E tutte le città d’America, non solo San Francisco, erano così.

Dove sono le manifestazioni contro Putin? Dove sono le piazze piene contro Putin? Ma non mi riferisco alle piazze di Russia, dove qualcuno ci ha provato ed è finito in carcere e io mi riferisco alle nostre piazze.

Guardate questo mi fa tornare in mente un episodio della mia giovinezza. Io ho cominciato, Alcuni di voi lo sapranno, non è certo un segreto. Ho cominciato a fare il giornalista nella stampa del Partito comunista italiano ai tempi di Enrico Berlinguer nel millenovecento settantanove. Fu anche il primo anno della mia prima traversata degli Stati Uniti coast-to-coast il sogno americano per me non era incompatibile tant’è che tre anni prima Berlinguer aveva detto Io mi sento più sicuro da questa parte qui sotto l’ombrello protettivo della NATO perché aveva elaborato le lezioni della storia, le invasioni dell’armata rossa sovietica in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia.

Ma torno sul tema delle piazze, delle piazze piene, delle piazze vuote. Alla fine degli anni Settanta l’unione sovietica decise improvvisamente di alterare l’equilibrio strategico in Europa e con un gravissimo attentato alla nostra sicurezza, installò nuove batterie di missili. Si chiamavano gli S 20 con testate nucleari.

improvvisamente l’equilibrio del terrore che era terrore, ma era pur sempre un equilibrio. Fu rotto. Fu spezzato c’ erano molti più missili nucleari di là sovietici. Ma a quell’epoca, l’occidente ci mise un po’ a prendere le misure del pericolo e a decidersi a reagire ci arrivò lentamente. C’ erano alla Casa Bianca.

Jimmy Carter, un democratico in Europa. I leader più significativi erano il cancelliere tedesco Helmut Schmitt, il presidente francese Giscard D’Estaing. Ma lentamente si organizzò. Ci vollero anni e alla fine, alla fine, la NATO mise dal lato ovest dei missili che compensavano lo squilibrio. Si ristabilì una sorta di parità strategica.

questo arrivò a conclusione questo processo quando in Francia era diventato presidente un socialista e quando la NATO mise i suoi missili, improvvisamente le piazze si riempirono. Tornò il movimento pacifista, i missili sovietici no, ma per i nostri le piazze erano piene di proteste.

Limiterò uomo di sinistra socialista, ebbe quella battuta fulminante I missili sono a est, puntati contro di noi. I pacifisti sono a ovest puntati contro di noi. È una situazione che purtroppo torna ad essere attuale, ma per ritrovare una qualche autostima per ritrovare fiducia in noi stessi. Come ho citato prima quella poetessa iraniana, voglio ricordarvi due esempi che vengono sempre dalle periferie della nostra civiltà occidentale e che ci ricordano quanto siamo preziosi e importanti.

Un esempio è quello dei ragazzi di Hong Kong che sono in questo momento dietro le sbarre in carcere per avere protestato per essere scesi in piazza loro cinesi, chiedendo a Shi Jin Ping dei diritti e delle libertà, che sono quelli che L’occidente ha creato con due rivoluzioni la rivoluzione americana e la Rivoluzione francese alla fine del Settecento.

Qualcosa di buono l’abbiamo dato. Liberiamoci dei nostri tabù. al resto del mondo qualcosa di qualche valore. Le abbiamo dato anche quando noi non siamo sempre stati coerenti, anche quando li abbiamo calpestati. Rimangono valori nostri per i quali i ragazzi di Hong Kong sono disposti a spendere la vita in carcere e infine il popolo ucraino.

Abbiamo davanti, certo, sempre, sempre alla periferia, eh, ma alla periferia dell’Europa un popolo che è disposto a sacrificare la vita per difendere le proprie case, naturalmente le proprie famiglie, la propria terra, ma anche il proprio diritto a far parte della grande comunità di valori dell’ Occidente che non dovrebbe mai più essere una parola di cui ci vergogniamo.

Grazie

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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