1° Parte
Mary se ne stava distesa sulla sdraio con dei grandi occhiali neri a coprirle mezza faccia. Il corpo era lucido d’olio e brillava sotto il sole. A Raymond pareva talmente bello che gli sembrava quasi fulgesse di luce propria quel corpo divino.
– Accidenti, chi sarà? – borbottò al suono del campanello, asciugandosi il sudore con il dorso della mano.
Era il giardiniere.
– Che gran scocciatore! – si disse con voce sommessa aprendo la porta, ma con la mezza speranza di essere ascoltato.
– Buongiorno Ramón, cosa posso fare per te? – mentre diceva questo, Raymond continuava a guardare verso la piscina.
– Buongiorno a lei, Raymond. Ho finito la benzina del tosaerba.
– E quindi?
– L’amministratore non mi ha anticipato nulla e io non ho soldi per fare il pieno.
Lui con il tosaerba a motore fermo a pochi metri. In bermuda e maglietta, con in testa il cappello di paglia che si era portato da Cuernavaca, l’ultima volta, ritornando dalla casa natale. Ramón passava tutto il tempo a tagliare l’erba e fare lavoretti di servizio. Se c’era un grosso problema di manutenzione, tipo un guasto all’impianto di raffrescamento o a quello idraulico, aveva una serie di numeri da chiamare.
2° Parte
– Tieni venti sterline, poi ci penso io a farmele restituire. – L’uomo lo ringraziò con un sorriso.
Raymond tornò alla finestra a guardare Mary dall’alto. Aprì una bottiglia di London Pride, la sua Bitter preferita, e iniziò a sorseggiarla con estremo gusto. Seguirono un altro paio di bottiglie nella successiva mezz’ora, mentre Raymond sembrava non accorgersi di nulla. A tutto ciò che sarebbe potuto accadere al di fuori di quel paio di metri quadri che stava osservando con cura, pareva non badare. All’improvviso il tosaerba di Ramón tornò a rombare che era una bellezza e lui da lontano guardava verso Raymond che gli faceva segno con la mano. Non poteva evitarlo. Ramón levò la destra dal tosaerba e rispose. Poi si calcò il sombrero sugli occhi e tornò a concentrarsi su quello che stava facendo. Arrivò alla fine dell’ennesima striscia, fece la manovra di rientro e si diresse nuovamente verso il caseggiato passando rasente la piscina. Lo sferragliare si avvicinava e si allontanava con un ritmo preciso e cadenzato. Raymond appoggiò la fronte sudata contro il vetro. Poi portò il bicchiere di birra alle labbra e bevve un gran sorso. Squillò il telefono. Raymond posò il bicchiere e guardò il display per capire chi fosse. Imprecò. Dopo sette squilli si decise a rispondere.
– Ciao Raymond. Cosa dici, tieni tu i bambini questo fine settimana? Dovrei andare da mia sorella a Leeds. – gli fece sua moglie.
– Certamente Ashley. Ho trovato anche la babysitter che cercavo.
– Hai bevuto Raymond, parli strano. Biascichi.
– Solo una birra, Ashley.
– Ne sei proprio sicuro, Raymond? Dimmi la verità.
– Non mi scocciare, dai.
3° Parte
– Dobbiamo tenerci in contatto, Raymond, tenere il motore acceso.
– Non mi parlare di motori, ti prego.
– Intendevo dire che dobbiamo tenere viva ogni linea di comunicazione, Raymond.
– Va bene Ashley. – disse lui. Riattaccò.
Si mise a scuotere la testa da una parte all’altra. Non ne poteva più di quel pomeriggio. – Torna sulla sdraio, tesoro. Ora basta nuotare – disse con le labbra attaccate al vetro.
Mary forse sapeva di essere spiata, si erano già frequentati, non era la prima volta che Raymond la sbirciava da lontano. Risalì dall’acqua come per rientrare in casa. Si asciugò e fece per andarsene. Poi sembrò avere un ripensamento, si fermò per un attimo. Decise quindi di cambiare il costume bagnato senza passare dal camerino, allargando prima le braccia e dopo le gambe quanto bastava. Tardò giusto qualche secondo per completare l’operazione, ma non sembrava avere fretta. Raymond fece cadere alcune cose che erano appoggiate sul marmetto della finestra. – Cosa ha detto che devo fare per il fine settimana? – Fece cadere altre cose, sembrava non fregargliene nulla. Le cose continuarono a rotolare sul pavimento.
4° Parte
Raymond aprì il frigo in tutta fretta e cavò dal fondo una bottiglia di spumante rosé che era sicuro di aver lasciato per qualche evenienza speciale. Asciugò il vetro dalla brina e prese un paio di bicchieri puliti dalla credenza.
In giardino Ramón si levò il cappello e l’appoggiò su una sedia, passandosi la mano tra i radi capelli grigi. Poi guardò il suo sombrero e se lo rimise, schiacciandolo quasi a incollarselo in testa. All’improvviso due ragazzi iniziarono a sguazzare in piscina. Raymond stette a osservare. Uno di loro si tuffa dal trampolino e nuota in immersione per l’intera vasca. Riemerge soffiando acqua e dandosi qualche colpetto sulla testa per far uscire le gocce dalle orecchie. L’altro inanella una serie interminabile di vasche, tocca le pareti e poi vira spingendosi via con entrambi i piedi. E poi ancora a rincorrersi nell’acqua, giocosi e ridanciani.
– Ma dov’è finita la ragazza? – si domandò Raymond parlando da solo. Nel frattempo, fuori si erano aggiunte altre persone. Chi se ne stava sul bordo piscina con i piedi in ammollo, chi sulle sdraio, chi faceva il bullo con le flessioni mostrando la tartaruga. E intanto Ramón, vedovo da poco, sembrava essersi eclissato assieme al suo fastidioso tosaerba.
– Ramón? – esplose a voce alta – Ramón?
5° Parte
Un brivido colse Raymond alla schiena. Accelerò tutte le operazioni, pur rallentate dall’inevitabile torpore che gli rendeva languidi i movimenti appena trasognanti dal suo fantasticare. Aprì la porta. La richiuse subito, aveva urgenza di passare dal gabinetto. Nell’acqua della tazza sguazzava una cimice verde. Raymond non ne poteva più di ammazzarne, sembravano infinite replicanti quelle sordide bestiacce. Decise che un po’ di urina avrebbe mitigato subito le sofferenze di quell’insetto infestante, in fondo quella cimice era un essere vivente e bisognava in qualche maniera portarle un certo rispetto. Si appoggiò al muro con la mano sinistra, voleva fare centro, con la destra impugnò il sesso ancora pigro. Quella condizione parve inquietarlo – E se… – esclamò d’un tratto, strabuzzando gli occhi mentre roteava il bacino per irrorare al meglio la bestiola. – Ramón! – si disse ancora a voce alta.
6° Parte
Si lavò e si asciugò le mani in un istante, la cimice riaffiorò festante tra i flutti dello sciacquone mentre lui aveva già infilato la porta. Gli squillò il telefono. Guardò il display, era Ashley. Si fermò sull’uscio, spalle appoggiate alla porta, titubante nel rispondere. Uno, due, tre, quattro, rifiutò la chiamata. Pensò intensamente ai figli e gli si gonfiò il petto. Scosse la testa, alzò lo sguardo e osservando la sua postura parve prendere nuovamente coscienza delle sue priorità. Scese allora le scale di gran carriera, incespicando solo sull’ultimo gradino. Salvò tutto il kit di seduzione e proseguì sozzo al garretto sinistro e al ginocchio destro del pantalone bianco. La gente continuava a stare in piscina e nel frattempo i due ragazzi avevano fatto amicizia con Mary e con Ramón, che alla fine del lavoro aveva parcheggiato il suo tosaerba nell’apposito spazio.
7° Parte
Raymond li vide tutti assieme attorno alla piscina ad ascoltare lo stereo di Mary, con i bicchieri di birra in mano e i tre giovani in costume da bagno. Appena lo scorsero così ben fornito, venne naturale invitare Raymond a bere con loro e poi a seguirli sul retro del condominio, nella zona barbecue dove Ramón si era già diretto. Ed ecco che Ramón partì in quarta a spiegargli tutto sul mondo del tosaerba a scoppio, la differenza tra questi e quelli elettrici a filo o a batteria e che un robot tagliaerba gli avrebbe portato via il lavoro, a descrivere l’ampia gamma di tosaerba disponibili online con tutte le loro caratteristiche tecniche, perché di un nuovo e più moderno attrezzo aveva bisogno il condominio. Tutto questo l’aveva detto quasi senza riprendere fiato, prima di congedarsi perché la carne era pronta, ma per lui si era fatto tardi e alla televisione davano il derby del suo quartiere, il North London Derby.
8° Parte
– Io, messicano, il Tottenham ce l’ho nelle vene e non sopporto l’Arsenal. Eh già, per venire a tenere il vostro giardino, devo attraversare tutta la città – gli fece fiero, tirando su con il naso un paio di volte – E lei? È dei Blues? – lo provocò strizzando l’occhio, parlando da sopra la spalla. Raymond si accasciò sulla sedia del cuoco.
Era domenica e nel Vauxhall erano le sette di sera passate. Tom, il primo dei ragazzi che si presentò a Raymond, aveva un torace poderoso. Il fratello Patrick, il meno dotato dei due, un collo che pareva un toro.
Quella sera Mary mangiò hamburger e bevve gin con Tom e Patrick. Raymond hot dog e Rosè. L’indomani Ramón raccontò loro che erano tutti brilli.
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