I neuroscienziati spiegano che leggere non è un’attività naturale. Se la scrittura è un’invenzione umana, la lettura è una pratica impegnativa che necessita di allenamento per diventare meno faticosa. Leggere coinvolge diverse aree cerebrali e diventa meno onerosa e più fluida man mano che si impara a farlo meglio. L’occhio deve abituarsi a catturare gruppi di lettere o parti di gruppi di lettere anziché le singole lettere.
Non bisogna poi dimenticare la scarsa dimestichezza con l’esercizio che hanno molti dei nostri potenziali lettori. Prima di tutto dobbiamo conquistarli con il piacere della lettura. Tanto più il pubblico è grande quanto più è rischioso usare parole sconosciute con il pericolo di creare un vuoto di senso e di non instaurare un buon rapporto con chi ci legge. Siamo noi che dobbiamo conquistare i nostri lettori. Abbandoniamo cliché, frasi fatte e parole consunte del marketing.
Per approfondire l’argomento ci viene in aiuto lo psicologo cognitivo Steven Pinker professore presso l’americana e prestigiosa Harward University. Nel suo saggio The Sense of Style ecco la frase illuminante: LA SCRITTURA EFFICACE RENDE L’AZIONE INNATURALE DI LEGGERE MOLTO SIMILE ALLE DUE AZIONI PIÙ NATURALI CHE CONOSCIAMO: PARLARE E VEDERE