Alla recente presentazione del suo ultimo libro Ė NATA PRIMA LA GALLINA…forse. 52 storie sull’ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, il vino, la vita e l’amore, il cuneeseNatale Farinetti, detto Oscar, figlio di un partigiano e fondatore di Eataly, catena gastronomica ora anche a Verona, dà grande sfoggio di oratoria. Con qualche eccesso di esibizione, senza forse, e con qualche parolaccia di troppo, forse, Oscarone è da applausi.
Niente da dire sull’abbondante sfoggio di cultura filosofica e letteraria, mixata alle tante ovvietà compiacenti il pubblico in sala, e nulla da eccepire sulla sensazione di trovarsi davvero in quel salotto che conta a soggiogare moltitudini di persone.
“Ecco la solita sinistra con il cashmere”, sussurro. Mi mordo un labbro, sono davanti al totem democratico piemontese e io qui sono in minoranza.
Farinetti appare in un fulgore ascetico, sciorinando una lunga lista di successi imprenditoriali (a cominciare dalla Unieuro fondata dal padre e da lui potenziata), editoriali (con decine di libri e poesie all’attivo), formativi (conferenze e semina
ri tenuti lungo tutto il pianeta). E non parliamo delle conoscenze eccellenti che lo portano in giro per il mondo, non ultime quelle alla scuola Holden di Alessandro Baricco con cui, assieme ad altri eminenti personalità della cultura e dello spettacolo ha attraversato l’oceano con la barca gestita dall’amico velista Giovanni Soldini, mozzo di lusso da Genova a New York.
Prendo l’iniziativa e all’invito: “C’è qualche domanda?” chiedo lumi sul numero 52 posto nel titolo: “Significato intrinseco, no? Non credo lei abbia scritto un numero a caso”. Voleva superare il maestro Hemingway e i 49 racconti della sua antologia! Diavolo di un baffo, non si riesce proprio a scalfire quella luce propria di cui beneficiano anche gli astanti. Il giornalista si riprende il microfono: “Non c’è più tempo”, dice, “Ora agli acquisti. Se volete ci sono anche copie di tutti gli altri libri dell’autore”.
“Lo voglio abbracciare, potrò?” sento dire da una giovane fan, mentre anch’io paziento in fila per farmi firmare il suo libro.
Già, la curiosità di capire perché la sua prosa abbia tanto successo mi
spinge all’acquisto e al firma copia: – A Cristiano –, “Che palle, ma quante firme devo ancora fare?” avrà forse pensato.
Dopo un rilassato aperitivo all’Eataly scaligero, mi avvicino all’uscita per pagare il volume autografato.
Ma ecco che, fuori campo, Farinetti a gran voce fa alla cassiera: “Allora, passati un po’ di libri da qui?”.
Ma Oscar, ne hai quasi settanta, dove trovi tutta questa energia?