“Sono terapeuta della parola, aiuto le parole a star bene” (Fulvio Fiori)
“Scrivere della vita, per la vita, con la vita, dentro la vita”. Tuttavia lo “star bene scrivendo” o la “scrittura che cura” non è l’unico dardo che può contenere la personale faretra di Fulvio Fiori. Innumerevoli sono le frecce che Fulvio può incoccare sulla corda del suo prolifico arco. Scrittore, attore, regista e vincitore di premi prestigiosi, il poliedrico autore milanese è stato anche copywriter e direttore creativo per diverse agenzie internazionali di pubblicità nonché agonista karateka e oggi Reiki Master.
Con la fusione di scrittura e Discipline Bio Naturali, Fulvio Fiori ha ideato un metodo creativo di autosostegno registrato con il nome di Bioscrittura con corsi aperti a tutti o per formazioni più specifiche.
Da poco è uscito il suo ultimo libro Il Training Autogeno ti Cambia la Vita (OM edizioni). Opera successiva al suo bellissimo Curare i Chakra con la scrittura. Nuova armonia per la tua energia pubblicato dallo stesso editore. Passo in breve rassegna il ciclo dei precedenti libri di questo filone di scrittura terapeutica (tutti pubblicati da TEA editore): Curarsi con la scrittura. Diventa autore della tua storia; Le parole fanno bene. Scrittura positiva contro i pensieri negativi; Cara Famiglia, ti scrivo. Scrittura terapeutica per il tuo albero genealogico di cui riporto il pensiero dell’autore:
PORTA IN CASA L’ARMONIA
«Il nostro viaggio comincia col rifare qualcosa che probabilmente hai fatto con gioia da bambino: salire su un albero. Nel nostro caso, è un albero metaforico, eppure tangibile e concreto: l’albero genealogico della tua famiglia.
Ebbene sì, giocheremo a Cosimo Piovasco di Rondò, il meraviglioso protagonista del Barone rampante di Italo Calvino: un giorno il ragazzo litigò con il padre perché non voleva mangiare una zuppa di molluschi, salì sugli alberi nel giardino di casa e non ne scese mai più.
Tu, invece, potrai scendere dall’albero della tua famiglia ogni volta che chiuderai questo libro, con l’augurio che all’ultima pagina, quella della discesa finale, avrai più coscienza dei tuoi eventi famigliari, più empatia verso chi ha sofferto
e più compassione verso chi ha fatto danni.
Te incluso.» L’autore
cz Fulvio Fiori, la mia personale passione per la scrittura ha radici salde nel desiderio terapeutico di conoscere meglio se stessi, liberare la creatività, guarire le ferite del vissuto. Tu hai coniato il termine Bioscrittura dandone la precisa definizione di scrittura della vita, per la vita, dentro la vita. Questo innovativo metodo di scrittura terapeutica per conoscere meglio se stessi può essere applicato anche nel mondo delle aziende, dove spesso imperano attriti e incomprensioni non solo fra dirigenti e imprenditori, ma anche fra gli stessi colleghi di lavoro?
FF Sì, Bioscrittura può essere efficacemente applicato alle realtà aziendali. Non a caso, nell’ultimo anno, mi hanno chiamato agenzie di marketing per consulenze linguistiche di comunicazione interpersonale e interventi di linguaggio per favorire importanti cambiamenti nella filosofia aziendale e nella professionalità quotidiana. E ho portato Bioscrittura anche in aziende importanti come Alleanza Assicurazioni, che mi ha chiesto di tenere conferenze e lezioni di “linguaggio empatico” per il management e formazione verbale per il board di direzione. Obiettivo: sviluppare il potenziale umano e professionale attraverso le parole.
cz Come vede Fulvio Fiori l’attuale società in cui viviamo? Una società in cui le palpabili e assillanti aspirazioni del profitto, del denaro, del successo personale a tutti i costi parrebbero essersi involute dalla dimensione di moderno feticcio a quella di standardizzata e irrinunciabile brama. Fatica a trovare spazio una dimensione superiore come quella per cui ti batti, con la scrittura che cura le ferite emotive e libera la creatività?
FF Nei confronti della società (ma anche ai fini del nostro benessere), il nostro comportamento è regolato da due “funzioni psichiche”. La prima è L’EGO, che provvede all’autorealizzazione: l’EGO non si accontenta mai, cerca sempre qualcosa di nuovo, aspira sempre a nuove mete. È l’autentico motore del progresso sociale. Tuttavia DIPENDE DALL’APPROVAZIONE DEGLI ALTRI. Se il mio capo mi dice bravo, mi sento un professionista in gamba; se invece mi dice hai fatto una stupidata, dubito delle mie capacità… ora succede qualcosa che mi fa star bene, fra dieci minuti qualcosa che mi fa star male… azione/sto bene, azione/sto male… in pratica, l’EGO ci condanna a una vita d’Inferno! Perché ha sempre bisogno di sentirsi dire BRAVO! È la funzione sulla quale la società fa leva per renderci obbedienti, efficienti e ambiziosi. L’altra funzione psichica è l’IO, la parte più autonoma di te, quella autentica e profonda, lontana dalle tradizioni di famiglia e dagli usi sociali. È una nuova scintilla del Cosmo, unica e irripetibile, che produce desideri spontanei, individuali, non generati dai bisogni del mondo esterno. E chiede solo che i tuoi talenti si possano esprimere. Se sei portato per la musica, l’IO vuole solo poter suonare. Non ha bisogno di un pubblico che applaude. Perché si comporta come un fiore che sboccia: non importa se qualcuno lo vede e lo annusa compiaciuto, oppure morirà nascosto, invisibile al mondo. Importa che i suoi petali si schiudano al sole. Dunque, l’IO celebra semplicemente la tua natura profonda, che i mistici chiamano “divina”. Va da sé a questo punto, che la nostra serenità d’animo dipende da quanto tempo viviamo nella funzione EGO, oppure nella funzione IO. Ebbene, molte delle persone che soffrono di un disagio e vengono a farsi aiutare, vivono nell’EGO. Quando scoprono che hanno anche l’IO, che possono usarlo e che li fa star meglio, trovano un nuovo equilibrio e “guariscono”. È la dimensione superiore di cui parli nella tua domanda ed è un bisogno concreto di evoluzione, sempre più sentito. Al momento spesso ignorato, negato e combattuto, ma sentito. Ed è un bisogno che secondo me, dopo la crisi che stiamo attraversando, prenderà grandissimo spazio.
cz Attore, speaker, autore di libri bestseller. Sappiamo bene che ti occupi anche di molte altre cose, come quelle legate al benessere psicofisico di cui è figlia la già citata Bioscrittura. In questi ultimi tempi si sente spesso parlare della mindfulness. Tu stesso insegni training autogeno e altre discipline bionaturali. Ritieni che le tecniche meditative portino a dei significativi miglioramenti non solo nella percezione di benessere fisico e mentale, ma anche di concreta ispirazione per chi ama scrivere poesia e narrativa?
FF Le DBN-Discipline Bio Naturali portano prima di tutto benessere fisico e mentale. Mentre l’ispirazione artistica è un evento misterioso, profondamente personale. Può essere stimolato da tecniche e percorsi creativi (oltre che da droghe come ci insegna la storia di grandi artisti!), ma resta un magico e imprevedibile “atto vitale personale”. Atto che nasce nei modi più svariati: c’è chi scrive quando è innamorato; chi dipinge quando è depresso; chi danza per dimostrare il proprio valore; chi recita perché papà non gli ha mai detto bravo; chi suona per sublimare un desiderio; chi canta perché ha un dolore; chi scolpisce perché ha bisogno di soldi… La “concreta ispirazione” di cui parli, la offre la vita stessa, insieme alla sensibilità della persona, al momento che sta attraversando, al bisogno di realizzarsi, al grado di ambizione… Tuttavia, le tecniche di “apertura mentale” come il Training Autogeno, la Meditazione, le Visualizzazioni (non so esattamente come funziona la Mindfulness) aiutano l’inconscio a parlare alla coscienza. Dunque favoriscono l’emersione di contenuti onirici, immaginifici, creativi, che l’artista può utilizzare come ispirazione per il proprio lavoro. Personalmente, la Meditazione è la tecnica durante la quale, qualche volta è apparso materiale utile per i miei libri, commedie, manuali. Ma non la pratico con questo scopo. E neanche le altre. Però, non escludo che altri lo facciano.
cz Fulvio, tu scrivi moltissimo: commedie, romanzi, racconti, saggi, manuali. I tuoi “aFIORIsmi” si leggono perfino in USA. Ricevi anche molti testi, immagino. Penso soprattutto alle sessioni individuali di writing coach che tieni per scrittori.
FF Certamente, scrivo e ricevo molti scritti.
cz Una curiosità: quali sono gli errori ricorrenti negli scritti che ricevi?
FF Scarsa focalizzazione del contenuto, cioè dispersione concettuale e poca sintesi linguistica, qualche errore di grammatica e di sintassi.
cz Errori che immagino emergano anche tra i tuoi corsisti di scrittura terapeutica o di “bioscrittura”, come ami definire.
FF Fra i più evoluti, mescolanza di linguaggi non armonici, approssimazione del lessico, convinzione che tutti capiscano al volo quello che scrivono. In altre parole, hanno difficoltà a mettersi nei panni degli altri, dunque i testi non sono chiaramente comprensibili e creano possibili fraintendimenti. Mentre come sappiamo, “comunicare” significa “mettere in comune”.
cz Non capire il contesto e il tuo interlocutore, sintetizzando…
FF Ecco qua, sintesi! Ciao
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