Il business writer: requisiti e approccio al testo

Estratto dal libro Il business writer di Cristiano Zanolli (Historica 2017)

Il business writing è la scrittura del lavoro o scrittura professionale. Ne consegue che il business writer è lo scrittore aziendale o lo scrittore professionale e che il requisito primario è quello di saper scrivere, comune a ogni lavoro. Professionisti di qualsiasi genere, manager e impiegati devono confrontarsi con un’azione che si modifica ogni giorno e che è tornata decisamente alla ribalta. Il business writer è il comunicatore dell’azienda. Suo il compito di raccontarla, di farle fare bella figura in termini d’immagine e organizzazione benché una sola accezione, alla fine, castighi la poliedricità di questa figura professionale, non rendendole giustizia. È il moderno secretario, è un web writer, un copywriter, un addetto stampa ma soprattutto è uno scrittore.

Un’azienda s’imbatte ogni giorno in una grande varietà di testi. Ecco un sintetico elenco:

• volantini, brochure, dépliant, slogan
• libretti d’istruzione dei prodotti
• pannelli degli stand fieristici
• articoli per le riviste di settore e comunicati stampa
• relazioni varie e relazioni di bilancio
• documenti tecnologici, verbali
• presentazioni di progetti e prodotti
• testi di Intranet, testi del sito Internet, pagine web di autonomo aggiornamento
• e-mail, newsletter
• discorsi della direzione generale, annunci nelle bacheche aziendali
• testi relativi a convention con gli agenti e con le scuole professionali
•  brevetti

Tuttavia, solo le grandi aziende possono permettersi uno o più scrittori professionali impiegati a tempo pieno nella comunicazione interna e con l’esterno. Alcune si avvalgono della consulenza e del servizio di agenzie di servizi o di freelance, quanto meno in appoggio, molte si arrangiano in qualche modo. Ciò che è cambiato in questi ultimi anni è l’approccio delle aziende alla scrittura, poiché chi scriveva lettere, comunicati, testi di dépliant o redigeva bilanci c’è sempre stato. Ma c’è ora una presa di coscienza verso una maggiore professionalità tesa a contrastare una comunicazione superficiale o improvvisata. Da almeno vent’anni, molte università americane organizzano corsi sul business writing e le sue tecniche, riconoscendo l’importanza del business writer.

Come scrive Annalisa Ghiretti in Le professioni della scrittura: «La necessità di avere un bravo business writer al proprio servizio nasce dalle condizioni di concorrenza spietata presente nel mercato attuale, cosiddetto “globalizzato”, cioè molto allargato rispetto al passato. In un mondo pieno di messaggi che spesso si sovrappongono, generando confusione, occorre qualcuno abile nel maneggiare gli strumenti della comunicazione, qualcuno che sia in grado di far emergere dal rumore di fondo il messaggio che interessa all’azienda.»

Da qui l’importanza di saper illustrare in modo corretto e convincente quello che l’azienda sa fare, cioè andare oltre la dimestichezza con la lingua e con la scrittura, condizione basilare di partenza. Un buon comunicatore deve saper gestire le informazioni in entrata e in uscita, ascoltando e riconoscendo le necessità di un’azienda, con la capacità di sintetizzare e semplificare testi complessi pur adottando stili e registri linguistici diversi. Deve saper consultare i manuali a sua disposizione, conoscere i destinatari e il contesto in cui inserire il proprio messaggio, saper impiegare le figure retoriche, prevedere le reazioni dei lettori. Gli è richiesto d’interpretare ed evidenziare i contenuti sottopostigli, cogliendone l’essenza. Questa figura, specie nel tipico tessuto aziendale italiano fatto di micro, piccole e medie aziende, deve sapientemente gestire il proprio tempo, la propria versatilità.

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