Ebraicità a confronto al Festival della Bellezza

ALESSANDRO PIPERNO e LUCA BARBARESCHI

Lo scorso 25 luglio, in occasione del Festival della Bellezza, lo scrittore e accademico Alessandro Piperno ci ha condotti per mano in un parallelismo fuori dal nostro tempo.

Ma cosa possono avere in comune Dante e Proust, due autori così diversi e tra i quali passano cinque secoli? 

Nel più recente 13 settembre ecco l’intervento di Luca Barbareschi, stesso Festival e tecnica narrativa. Ma un monologo, quello di Barbareschi, molto diverso non solo nell’argomento scelto ma per la continua ricerca di interattività con il pubblico.

Filo rosso che lega i due invitati al Festival non è solo l’amore per la Bellezza, lo è anche la loro origine ebraica. Per il primo parrebbe meno in

 

teriorizzata «Tecnicamente non sono ebreo, mia madre non lo era. Della parte ebraica della mia identità conservo per lo più una forma di commozione profonda verso il destino non sempre felice di coloro che mi hanno preceduto” dichiara il professore in una vecchia intervista. Per il secondo la rivendicazione equivale a una corposa introduzione su di sé ebreo e dove con arguzia divertente e divertita spiega “Lo sapete, vero, perché noi ebrei stiamo sulle palle a tutti?”

Piperno ci parla di due opere che generano un grande fascino su lettori e critici: Divina Commedia e Alla ricerca del tempo perduto. Dantisti e Proustiani in competizione per lo scettro della Bellezza. Tutto il resto sembrerebbe insipido e questo riguarda la natura stessa di queste due opere, anche se una è scritta in versi e l’altra in prosa. Per tenere avvinti a sé, c’è una serie infinita di allegorie, di cripto testi, tesori nascosti. Poi ci sono altre questioni che rendono tali affinità preziose. 

La commedia è un lungo viaggio, più breve della Recherche ma un viaggio. La Recherche è un percorso verso la consapevolezza morale e artistica e lo stesso si può dire del percorso di Dante, senza dimenticare il suo atteggiamento intellettuale influenzato dagli ideali cristiani. Il cammino dantesco di consapevolezza artistica finisce con l’identificarsi completamente con la luce di Dio, mentre Proust, anch’esso ebreo, vive una prospettiva totalmente laica e atea. I due viaggi si assomigliano ma conducono a conclusioni diverse. 

Barbareschi ci vuole invece avvertire sul pericolo Foucault e le sue teorie su cui si baserebbero le analisi attuali che mettono a rischio la Bellezza. Tutto il sovvertimento del mondo occidentale per un obiettivo rivoluzionario, preparato dalla indotta correttezza politica (che vediamo oggi dilagare anche nel cinema, il teatro ancora si salva) e dal giornalismo della stupidità. Rivoluzione che sfocia nel neo-antirazzismo, neofemminismo, nella parità sessuale a tut

ti i costi e nell’islamismo radicale. É veramente lui, il filosofo francese che ha preparato la dittatura delle minoranze con la rivolta che diventa dittatura? Sicuramente il politically correct a oltranza porterà alla distruzione della creatività e quindi della Bellezza.

Entrambi uomini che amano il sorriso, il dileggio, la provocazione. Entrambi uomini dalle mille sfaccettature. Romanziere, accademico, critico letterario, vincitore del Premio Strega il primo. Attore, regista, ex politico, direttore artistico teatrale il secondo. 

Alessandro Piperno e Luca Barbareschi due uomini dotati di grandi capacità comunicative e di impareggiabile autoironia.

 

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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