COSA C’È IN UN TESTO NARRATIVO – parte 4

COME SI TROVANO LE IDEE? Parte prima

Cronaca vera, invenzione, qualcosa di autobiografico

Come si fa a trovare un’idea? 
Ispiriamoci a quello che ha fatto Gustave Flaubert in Madame Bovary:

1) Gustave Flaubert prende spunto da un fatto di cronaca vera presa da un trafiletto di giornale. Inventa però un finale diverso per il marito della suicida Madame Bovary.

2) Poi c’è l’invenzione, perché l’autore è il narratore in terza persona rimanendo esterno alla vicenda. In realtà entra ed esce nella testa e dalla testa di tutti i personaggi del racconto, compreso quello femminile di Madame Bovary dove entra anche nel suo corpo femminile. Entra nella testa di tutte e tutti con stili, voci e linguaggi differenti. 

Lo scrittore è come un pirata che butta un gancio verso la nave che abborda, come dobbiamo fare noi con altre persone. Abbiamo in comune qualcosa con tutti, così cerchiamo di entrare nelle loro vicende e conoscere altre persone diverse da noi. Anche dovessero essere dei serial killer, noi abbiamo sempre in comune qualcosa con qualcun altro.

3) Qualcosa di autobiografico è contenuto nel romanzo. A guidare Flaubert è il desiderio, la sua ossessione è capire da dove viene il desiderio e come gestirlo. Flaubert rincorre il desiderio di trovare la parola chirurgica che esprima quello che vuole trasmetterci. In Flaubert c’è questa ossessione che ritorna in tutti i suoi romanzi e come scriveva Philippe Roth: ogni scrittore sta inseguendo sempre lo stesso demone come nella loro vita reale anche nei loro romanzi. In uno scrittore c’è la voglia di cercare!

Pensiamo a Una questione privata di Beppe Fenoglio. Beppe Fenoglio, diversamente da Baudelaire in Madame Bovary, parte nella sua storia da una situazione davvero vissuta 20 anni prima come partigiano e la trasforma in romanzo. Carlo Maria Gadda dice che il movimento neorealista non era letterario ma manicheo perché raccontava tutti i fascisti come cattivi e i partigiani come buoni. 

Questa letteratura non è buona, dice Gadda, perché ne fa una questione morale mentre lo scrittore non deve dare torto o ragione ma deve raccontare una storia. Fenoglio sovverte un po’ questa consuetudine trasformando in un romanzo una storia privata realmente accaduta nella storia con la S maiuscola e calzata su un personaggio che gli somiglia, dunque con forte riferimento autobiografico.

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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