LEGAMI TRA MUSICA E FILOSOFIA?
Suzanne Vega e Umberto Galimberti a Villa Mosconi Bertani di Negrar (Verona). Due giganti, nel loro genere, tanto diversi quanto concilianti il tema della decima edizione del Festival della Bellezza dedicata all’amico scomparso Philippe Daverio. Strano sodalizio, questo, opportunamente alternato in due successive serate così belle e così diverse tra loro, che hanno ricordato l’idea ispiratrice dello stesso Daverio nel tempo in cui, mattatore del Festival e ispiratore del suo viaggio itinerante per luoghi splendidamente iconici d’Italia, dimostrava al mondo artistico come in lui l’ironia della vita è stata arte.
Che cos’è la bellezza? Davvero fa parte della nostra vita, davvero ci circonda come fatto estetico e valore etico, valore buono? Parrebbe! Fra arte e vita quotidiana si mescolano d’incanto anche le profonde riflessioni filosofiche sulle Parole di Gesù con un’intima serata di canzoni e storie. Giacché, per dirla come Oscar Wilde, “La vita imita l’arte più di quanto l’arte imiti la vita”.
– Le parole di Gesù non sono state minimamente percepite dal Cristianesimo. Tra la religione cristiana e le parole di Gesù non c’è nessuna parentela. Questa è la tesi. E questa tesi ve la espone Umberto Galimberti che non è credente, che non è ateo, che non è agnostico, perché è: “Greco “.
– Questa sera interpreto le tappe della mia carriera insieme a Gerry Leonard – celebre chitarrista e stretto collaboratore di David Bowie – Sono molto legata all’Italia, è una terra magica, le persone sono solari e ospitali. La bellezza? Per me è una vita semplice, stare bene, mangiare bene. Credo sia tutto qui -. Suzanne Vega è la deliziosa espressione artistica del sound folk rock declinata al femminile, capofila di una nuova generazione di interpreti come Edie Brickell e Tracy Chapman.
Insomma, la questione prende sostanza in un grande interrogativo: è la vita che imita l’arte – L’arte è l’origine, siamo opera di creazioni – citano gli organizzatori del Festival della Bellezza Alcide Marchioro e Alessandra Zecchini o veramente, per dirla ancora come lo scrittore irlandese Oscar Wilde, “E’ la Menzogna, il narrare cose belle e mendaci, il fine ultimo dell’Arte”?