LER DEVAGAR, LA LIBRERIA CREATIVA IN LISBONA

Lisbona è spesso considerata una città più tradizionalista che innovatrice. Eppure la capitale portoghese si contraddistingue anche per l’arte urbana e di design contemporaneo. Penso ai murales di Picoas, ai negozi di arredamento d’interni di Principe Real, alle gallerie d’arte del Bairro Alto.

Ma ciò che più mi ha impressionato sono stati gli spazi industriali e minimalisti di Alcàntara. In questo quartiere, non lontano dal più visitato Belém, un’azienda manifatturiera copriva un’area produttiva di circa 23.000 metri quadrati. Finito il ciclo di vita dello stabilimento, la grande area rimase abbandonata per decine d’anni.  Oggi la LX Factory, all’origine fabbrica di tessuti ottocentesca, è stata trasformata in centro artistico, con atelier di design, gallerie d’arte, laboratori e aziende di design e grafica. Non parliamo delle deliziose e comode scarpe fatte in sughero che propongono un paio di bei negozi situati in quella cornice di tanti eventi culturali e musicali che si tengono giorno e sera. Area fatta di edifici pieni di sorprese al loro interno e al loro esterno con le molte pareti decorate splendidamente da disegni e murales.

Parliamo invece della stravagante libreria Ler Devagar. Un luogo tanto bizzarro quanto attraente, che ti dà gioia, che ti contagia con la sua creatività spingendoti oltre ogni immaginazione. Un posto dove i libri sono impilati non proprio ordinatamente sugli scaffali, ma che proprio per questo trasmette un fascino diverso dal semplice luogo dove acquistare libri. Mi è parso piuttosto un angolo di storia di Lisbona dove trovare ispirazione per le idee, rifugio per la mente.

Mi raccontano che in portoghese Ler Devagar significa leggere attentamente e che quella è una libreria indipendente fondata nel 1999. I due piani di volumi stipati fino al soffitto sono in diverse lingue e parlano di diversi saperi, dall’arte ai viaggi. Al secondo piano qualche tavolino utile per leggere indisturbati. “La libreria è stata costruita negli spazi della tipografia Mirandela” mi racconta Pietro Proserpio, un pensionato inventore poliglotta di origini italiane, un geppetto della meccanica. In un tour guidato mi mostra le sue ingegnose piccole opere di ingegneria. Incredibile e forse bizzarro, ma vero. Pietro fa tutto con materiale di scarto oppure con oggetti quotidiani e passa qui dentro molto del suo tempo libero.

La libreria è definitivamente un posto cool, dove puoi anche prenderti un caffè nell’accogliente bar interno o stare con gli amici se non hai più voglia di continuare a leggere. Non a torto il New York Times la ritiene una delle dieci librerie più belle del mondo. Perché? Basta alzare gli occhi e fissare la donna sulla bicicletta che pende dal soffitto e saluta tutti non appena se ne varca la soglia, oppure osservare l’uomo che con un ombrello fra le mani cerca di raggiungere la luna inforcando un monociclo. Entrambi in costante movimento, naturalmente.

“La nostra ansia non viene dal pensare al futuro, ma dal volerlo controllare”. Questo era solo uno tra i tanti profondi pensieri del poeta, pittore, filosofo libanese Kahlil Gibran (1883-1931). Eppure, dato che sono le emozioni represse quelle a ucciderti lentamente, ci ritroviamo con incrollabile costanza a non saper governare né presente né futuro. Tranne in un luogo fuori del tempo eppure attualissimo come Ler Devagar, in cui l’attenzione scrupolosa dedicata alla lettura astrae e concentra nel medesimo scorrere dei minuti. Allora il futuro non ha altro bisogno di controllo che quello dedicato al presente. Liberi finalmente da utopie, speranze irrealizzabili, delusioni e proiezioni che ci sganciano dalla nostra realtà intellettuale. L’intelligibilità come espressione intima del reale ci avvolge nel paradosso di un luogo apparentemente irreale.

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Comments

  • Nicté Loza.

    Giugno 6, 2019 at 6:20 pm
    Reply

    Grazie per la condivisione. Leggere ci fa viaggiare

    • Cristiano Zanolli
      to Nicté Loza.

      Luglio 28, 2019 at 8:39 am
      Reply

      Grazie a te per la risposta. Leggere ci fa viaggiare: quanto di più vero.

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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